La sessualità è un aspetto centrale dell’essere umano durante tutta la vita. Comprende sesso, identità di genere, orientamento sessuale, erotismo, piacere, intimità e riproduzione. E’ influenzata da fattori biologici, psicologici, sociali, culturali, etici e religiosi. La salute sessuale è la risultante dell’ integrazione degli aspetti somatici, affettivi, intellettivi e sociali dell’essere sessuato e determina uno stato di benessere fisico ed emotivo. Non consiste nella semplice assenza di malattie, disfunzioni o infermità e prerogativa essenziale è pure la possibilità di vivere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. Per raggiungere e mantenere la salute sessuale devono essere rispettati e protetti i diritti di ogni essere umano. Svariate condizioni morbose, psicologiche ed organiche, interferiscono con le funzioni sessuali e riproduttive.
La salute sessuale, infine, non deve essere confusa con il concetto di “normalità” sessuale
Questo concetto infatti, determina spesso una visione restrittiva circa l’adozione di scelte e inclinazioni sessuali che si discostano dalla cosiddetta “norma”, che è frutto di influssi morali, religiosi e culturali tipici di una determinata società in un determinato periodo.
Sessualità e invecchiamento
Negli ultimi decenni si è assistito ad un progressivo incremento della popolazione anziana e della spettanza di vita, insieme ad un miglioramento della qualita’ della vita che permette di conservare l’ attività sessuale anche in età avanzata. Per molti secoli sessualità e anziani sono stati ritenuti in antitesi. Ancora oggi gli stereotipi culturali inquadrano l’anziano come «sessualmente inadeguato» e la società vive con imbarazzo i desideri e i comportamenti sessuali degli anziani. Secondo il pensiero comune la sessualità intensa e vivace è da relegare alla giovinezza, all’adulto è concessa una sessualità più matura ed all’anziano… nulla..!
In realtà nulla vieta al sessantacinquenne o all’ottantenne una normale vita affettiva e sessuale. Gli anziani di oggi, a differenza di quelli di 30-40 anni fa, fanno sport, usano il PC, viaggiano e fanno sesso ! E’ un fisiologico diritto dell’anziano e un dovere del medico indagare in tal senso. Infatti la sessualità nell’anziano esiste, a qualsiasi età, senza limiti temporali. E’ importante sottolineare che per attività sessuale non si intende il solo rapporto penetrativo. La sessualità nell’ anziano persiste anche se di solito tende a modificarsi: la qualità del piacere diventa meno genitale, diminuisce la intensità delle sensazioni orgasmiche tipiche della irruenza della giovinezza e subentra una esperienza più attenta alle sfumature, alla compolicità, all’ affetto e alla solidarietà, gratificando così l’intesa intima della coppia. Diversi studi mostrano cme la sessualità nell’ anziano sia indicativa di benessre psico fisico.
In ogni caso è indubbio che dopo i 65 anni la frequenza dell’attività sessuale tenda a declinare anche se comunque circa il 50-70 % degli uomini e delle donne continua ad essere sessualmente attiva.
A dispetto dei pregiudizi e degli stereotipi sulla sessualità nella terza età che resistono non solo tra la popolazione generale e i professionisti della salute, ma anche tra gli stessi anziani, diverse ricerche confermano che l’interesse per l’attività sessuale è considerata importante dagli anziani, benchè non da tutti, anche quando sono presenti problemi di salute e anche quando essi sono ospiti in contesti residenziali. Vari studi indicano che gli uomini si mantengono attivi sessualmente per l ’85 % (nella fascia d’età 60-69 anni), per il 45% (70-79) e per il 25% (sopra gli 80) e le donne si mantengono attive per il 30-40% tra i 65 e 70 anni e per meno del 20% oltre i 70 anni. Per gli uomini anziani i disturbi sessuali prevalenti sono caratterizzati da riduzione della frequenza e rigidità delle erezioni, da riduzione del volume del liquido seminale e da riduzione della sensazione orgasmica. Per le donne anziane le disfunzioni sessuali riguardano prevalentemente i disturbi da dolore sessuale (vaginismo e dispareunia), i disturbi del desiderio e della lubrificazione vaginale.
Le cause di una riduzione della attività sessuale sono da imputare a una progressiva diminuzione delle prestazioni fisiche, a una riduzione della produzione degli ormoni sessuali, a un peggioramento delle condizioni di salute con il sommarsi progressivo di più patologie acute e croniche, vascolari, neurologiche, cardiache, respiratorie e osteoarticolari, all’ assunzione di più farmaci, alla depressione e alla vulnerabilità emotiva, alla rassegnazione agli imperativi socio-culturali.
Possibili soluzioni
Nel mettere in relazione sessualita’ e salute molto resta da costruire se pensiamo che solo una piccola percentuale del personale sanitario rivolge ai pazienti anziani domande sulla loro attivita’ sessuale per rilevare eventuali disfunzioni. Lo stesso accade nelle case di riposo dove la sessualità degli anziani non è contemplata. Le possibili soluzioni nascono da azioni di sensibilizzazione, coinvolgimento e formazione sia generale che rivolta al personale medico e paramedico, impegnarsi a fare emergere il problema ascoltando i pazienti e imparare a proporre le soluzioni adatte al singolo caso anche insegnando agli anziani a riadattare le aspettative di prestazione sessuale all’ età e alle mutate condizioni psico fisiche.
Alessandro Oppo, endocrinologo e andrologoAou Cagliari