In questo breve articolo rispondo ad alcuni tra i quesiti più frequenti sulle patologie tiroidee.
Potrebbe spiegarci cos’è la tiroide e quale è la sua funzione ?
La tiroide è una ghiandola endocrina situata nella regione anteriore del collo che, attraverso la secrezione degli ormoni tiroidei (T4 e T3), svolge un ruolo fondamentale nel corso di tutta la vita, dal periodo intrauterino alla vecchiaia. Interviene nella regolazione di importanti fenomeni quali lo sviluppo neuropsichico e l’accrescimento somatico nell’età evolutiva e il metabolismo basale, lipidico, glicidico ed osseo e la funzione cardiovascolare in tutte le altre fasi della vita.
Quali sono le patologie che possono colpire la tiroide?
Le malattie tiroidee sono di frequente riscontro nella popolazione generale e possono colpire qualunque fascia di età.
Le principali patologie tiroidee possono essere riconducibili ad alterata produzione di ormoni tiroidei (ridotta produzione o ipotiroidismo e eccessiva produzione o ipertiroidismo) e alla presenza di noduli, per la maggior parte di natura benigna. Su questo spettro di patologie hanno un ruolo fondamentale la carenza di iodio e la presenza di autoimmunità tiroidea.
Lo iodio è il costituente fondamentale degli ormoni prodotti dalla tiroide e viene introdotto con gli alimenti, prevalentemente latte, pesce e formaggi. La carenza di iodio costituisce la causa più frequente di patologia tiroidea nel mondo, prevalentemente di aumento di volume della ghiandola (gozzo) e di noduli. Infatti nel suolo di molte aree del pianeta vi sono scarse concentrazioni di questo micronutriente. Nei paesi che hanno adottato da diversi anni i programmi di profilassi iodica, mediante l’utilizzo del sale arricchito di iodio ( il noto sale iodato) al posto del comune sale da cucina, si è riscontrata una drastica riduzione della prevalenza di gozzo.
Le malattie autoimmuni della tiroide sono conseguenti ad una “autoaggressione” da parte del sistema immunitario malfunzionante che non riconosce i propri organi, in questo caso la tiroide, e li attacca come se fossero estranei. Le cause di queste patologie sono il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici e ambientali.
Quali sono le cause e i sintomi principali delle alterazioni della funzione tiroidea ?
Le alterazioni della funzione tiroidea possono essere distinte in ipotiroidismo caratterizzato da una ridotta produzione di ormoni tiroidei e in ipertiroidismo caratterizzato da eccessiva produzione di ormoni tiroidei.
La causa più frequente di ipotiroidismo è la tiroidite di Hashimoto o tiroidite cronica autoimmune.
Altre cause di ipotiroidismo sono gli interventi chirurgici di tiroidectomia totale o parziale, il trattamento radiometabolico con Iodio 131 per l’ipertiroidismo, forme congenite di alterazione dello sviluppo tiroideo e la grave carenza di iodio.
I sintomi dell’ipotiroidismo variano a seconda della entità dello stesso e consistono principalmente in astenia, intolleranza al freddo, rallentamento psicomotorio, rallentamento del battito cardiaco (bradicardia), cute secca e fredda, ritenzione idrica con aumento del peso corporeo. Le forme più gravi, se non riconosciute e curate, possono portare al coma che nel 20% dei casi è letale.
Anche l’ipertiroidismo può avere una origine autoimmune (Morbo di Basedow) ed è più frequente nella popolazione giovane/adulta e nel sesso femminile. Altre cause importanti di ipertiroidismo sono i noduli tiroidei iperfunzionanti, più frequenti nella aree con carenza di iodio e nella popolazione più anziana, sia maschile che femminile.
I sintomi principali dell’ipertiroidismo sono i tremori, il nervosismo, l’insonnia, l’aumento della frequenza del battito cardiaco (tachicardia) fino alle aritmie, la perdita di peso, l’astenia, la sudorazione eccessiva, l’intolleranza al caldo, la ridotta tolleranza allo sforzo. Nelle forme autoimmuni di ipertiroidismo possono essere presenti alterazioni oculari, talora anche gravi, chiamate oftalmopatia Basedowiana. La forma più grave di ipertiroidismo, potenzialmente letale, si chiama crisi tireotossica.
Quale è l’impatto dell’ipotiroidismo e dell’ipertiroidismo nella popolazione generale ?
Per la loro elevata frequenza complessiva le disfunzioni tiroidee sono in grado di interferire con il benessere della popolazione generale e sono gravate da un elevato costo sociosanitario
Innanzitutto bisogna ricordare che la prevalenza delle tiroiditi autoimmuni è stimata in circa il 5-20% nelle donne e nel 1-5% negli uomini, a tutte le età, prevalentemente nei soggetti adulti.
Nelle donne ultra sessantacinquenni, comprendendo anche le forme più lievi o precliniche, l’ipotiroidismo può raggiungere una prevalenza di circa il 20%.
L’ipertiroidismo è descritto nel 1-2% della popolazione generale e nelle forme più lievi, nella popolazione più anziana, può arrivare al 4-6%.
Tra le due patologie, secondo la sua esperienza, quale crea più problemi e perché?
Entrambe possono determinare alterazioni più o meno marcate dello stato di salute
Con quali esami è possibile diagnosticare la patologia a carico di questa ghiandola?
Gli esami fondamentali per diagnosticare una alterazione della funzione tiroidea sono il dosaggio del TSH, ormone ipofisario che ha il compito di stimolare la funzione e la crescita delle cellule tiroidee e il dosaggio della frazione libera degli ormoni tiroidei (FT4 e FT3).
Il dosaggio degli autoanticorpi antitiroide (anticorpi anti tireoperossidasi e antitireoglobulina) è fondamentale per diagnosticare le malattie tiroidee autoimmuni.
L’ecografia tiroidea ci consente di valutare le dimensioni della ghiandola, la sua struttura, l’eventuale presenza di noduli e le caratteristiche degli stessi. In alcuni casi è necessario ricorrere ad indagini medico nucleari quali la scintigrafia tiroidea e la curva di iodocaptazione.
L’esame citologico mediante agoaspirazione è indicato nei noduli tiroidei sospetti.
E’ una diceria o è vero, che le donne soffrono maggiormente di problemi legati alla tiroide rispetto agli uomini?
Poiché le malattie autoimmuni della tiroide e l’ipotiroidismo sono più frequenti nel sesso femminile e poiché le stesse patologie sono le più frequenti a carico della ghiandola tiroidea, le donne sono più colpite degli uomini.
Ci sono delle Regioni, in cui questa patologia prevale di più rispetto ad altre? Come lo potrebbe spiegare?
Si, ma questo discorso vale per tutte le patologie a carico di vari organi ed apparati.
Per quanto riguarda la tiroide faccio l’esempio della Sardegna. Recenti indagini epidemiologiche condotte dalle Università di Cagliari e Sassari hanno dimostrato che in Sardegna la prevalenza di malattie tiroidee è più elevata che in altre regioni italiane per il sommarsi della carenza iodica (che persiste ancora in ampie fasce di popolazione, seppure in forma lieve) e una elevata predisposizione, verosimilmente ereditaria e legata al nostro isolamento secolare, alle malattie autoimmuni tiroidee (tiroidite di Hashimoto e Morbo di Basedow), isolate o associate ad altre patologie autoimmuni. A conferma di ciò, in Sardegna circa il 50% dei soggetti di età superiore ai 50 anni è affetta da gozzo multinodulare quale conseguenza della persistenza di carenza iodica. Infatti, contrariamente a quanto si pensa, la quantità di iodio assorbita con l’aria è assolutamente irrisoria e trascurabile e anche i territori che si affacciano sul mare, come la Sardegna, possono essere iodocarenti.
.
E’ possibile prevenire le patologie tiroidee?
L’unica prevenzione possibile è la supplementazione iodica. Da sottolineare come tale profilassi sia fondamentale in gravidanza, epoca nella quale bisogna aumentare l’introduzione dello iodio del 50% circa. La correzione del deficit nutrizionale di iodio in gravidanza uesto LA correzione del deficit nutrizionale di iodio è oltretutto un obiettivo primario derappresenta peraltro un obiettivo primario anche dell’organizzazione mondiale della sanità (OMS), Questo perché una carenza iodica in questa delicata fase della vita può avere severe ripercussioni sullo sviluppo psiconeurologico del nascituro. Come già detto l’utilizzo del sale iodato, l’assunzione di cibi ricchi di iodio o, in alcune fasi della vita, l’assunzione di compresse contenenti dosi adeguate di iodio costituiscono misure efficaci e fondamentali di prevenzione di alcune patologie tiroidee.
Per le malattie autoimmuni non esiste un metodo efficace di prevenzione anche se alcuni studi preliminari sembrano mostrare una certa utilità del Selenio.
Una diagnosi precoce dell’ipertiroidismo e dell’ipotiroidismo costituisce il miglior metodo per una cura efficace.
Quali sono le terapie usate per contrastare gli effetti dell’ipotiroidismo e dell’ipertiroidismo ?
In caso di ipotiroidismo si utilizza con ottimi risultati l’ormone tiroideo (tiroxina o T4) per via orale, in dose singola, al mattino. Le formulazioni attualmente disponibili sono compresse, formulazioni liquide e capsule di gel. Il dosaggio deve essere individualizzato attentamente e può variare da caso a caso.
L’ipertiroidismo necessita dell’utilizzo di farmaci antitiroidei (metimazolo e propiltiouracile). Sono farmaci che riducono l’eccessiva produzione ormonale tiroidea. Necessitano di lunghi periodi di assunzione e in alcuni casi devono essere assunti per tutta la vita. Per questo motivo in alcuni casi viene richiesto un trattamento definitivo che si può effettuare o con la chirurgia (tiroidectomia) o con l’utilizzo di iodio radioattivo.
In quali fasi della vita può essere importante eseguire uno screening della funzione tiroidea ?
Innanzitutto va ricordato che non ci sono studi che evidenzino l’importanza dello studio della funzione tiroidea nella popolazione generale e che gli accertamenti diagnostici devono essere indirizzati dai sintomi o dai fattori di rischio esaminati dal medico nei singoli casi.
E’ invece importante effettuare uno screening neonatale per la diagnosi dell’ipotiroidismo congenito mediante un semplice prelievo di sangue.
Lo stesso dicasi per lo studio della funzione tiroidea in gravidanza in donne a rischio cioè con storia familiare di tiroidite di Hashimoto, morbo di Basedow o tireopatia, presenza di altre malattie autoimmuni soprattutto diabete di tipo 1, storia di tireopatia, presenza di anticorpii antitiroide, provenienza da zone a carenza iodica.